Posizionamento ROI, Lettera del Presidente
Carissime e carissimi soci,
intervengo ancora per rispondere alle domande che ci rivolgono alcuni di voi preoccupati perché i direttori delle scuole AISO, che si sono dimessi in massa dal ROI, muovono pesanti accuse verso il ROI che sostengono abbia perseguito a tutti i costi la strada della professione sanitaria.
Vi ricordo innanzitutto che questo era ed è il mandato che il CD ha avuto dall’assemblea generale dei soci e che gli è stato rinnovato con le ultime elezioni che hanno confermato il presidente, il CD e la politica portata avanti in questi anni.
1) L’assemblea generale dei soci, ha scelto di intraprendere questo cammino nel 2014 quando il Ministero della Salute, in seguito ad una interrogazione parlamentare riferita al percorso che il ROI aveva scelto rifacendosi alla legge 4/2013 (che riguarda le attività non regolamentate e non a carattere sanitario), affermò che l’osteopatia era una attività sanitaria e che quindi doveva essere praticata da sanitari. Da qui il passaggio alla fisioterapia e ai medici. Intercettammo questo passaggio e L’assemblea generale nel 2014 diede mandato al Presidente ed al CD di richiedere la professione sanitaria. In extremis riuscimmo a rientrare nell’istituendo DDL Lorenzin (riforma delle professioni sanitarie). Ottenere questo riconoscimento e quindi l’articolo 7 della legge 3/2018 è stato difficilissimo perché molte erano le forze e le pressioni che volevano, e vogliono ancora oggi l’osteopatia come specialistica di fisioterapia. Tutti, osteopati e scuole, hanno rischiato di vedere la parola fine già dal 2014: le opzioni erano: esistere o non esistere.
2) Successivamente il ROI si è battuto per il profilo professionale portando e sostenendo le nostre competenze con tutta la documentazione di appoggio. AISO era presente ai tavoli di lavoro con il Ministero ed era allineata con la posizione del ROI. I medici compatti sono intervenuti pesantemente sul testo proposto dalle associazioni così come i fisioterapisti. La questione è passata al CSS, che ha formulato l’attuale testo, come unica soluzione possibile di mediazione fra le parti. Questo profilo ci consente di svolgere la nostra professione ora e in futuro. L’area della prevenzione ci permette di evitare sovrapposizioni con la fisioterapia, di muoverci in una zona nostra in cui potremo sviluppare la nostra cultura e i principi che sono alla base della disciplina osteopatica. È il primo atto formale che sancisce che l’osteopatia è degli osteopati. Il profilo mette fine al rischio di far cadere l’articolo 7, di rimettere l’osteopatia nelle mani di medici e fisioterapisti e di affermare che l’osteopatia può essere praticata dai fisioterapisti.
3) Sia la legge 3/2018 che l’articolo 4 del profilo professionale prevedono il tema delle equipollenze cioè di quel meccanismo che permette agli attuali osteopati di poter avere accesso al futuro albo professionale, attraverso la valutazione dell’attività professionale svolta e dei titoli acquisiti. Questo è molto chiaro e noi tuteleremo con ogni sforzo tutti i nostri soci in questo passaggio la cui finalità è proprio quella di garantire una continuità di lavoro agli attuali osteopati.
4) Abbiamo chiesto di separare formalmente ROI ed AISO perché la nostra è un’associazione di professionisti, la maggiore e più rappresentativa, che ha guadagnato rispetto e considerazione presso le istituzioni, e rappresenta una voce autorevole e libera da interessi specifici, condizione necessaria per avere potere contrattuale. Questo ci consente di avere più credibilità nel sostenere obiettivi comuni con gli istituti di formazione, sui temi e sulle questioni ancora aperte nei passaggi successivi.
5) In questi lunghi e difficili mesi abbiamo subìto attacchi su molti fronti ma abbiamo affrontato ogni situazione e risposto puntualmente a tutti cercando consenso e facendo informazione e promozione dell’osteopatia e degli osteopati. Questo mese vi daremo un report sella nostra attività stampa.
6) Abbiamo dato supporto ai soci siciliani che sono stati oggetto di accuse di esercizio abusivo della professione. Ci siamo incontrati con loro in più occasioni. L’avvocato del ROI Marco Chiesara sta collaborando con gli avvocati dei soci nel produrre la memoria difensiva fornendo tutto il supporto tecnico e la documentazione utile, fra cui il parere pro-veritate che il ROI aveva commissionato a un importante e quotato studio legale di diritto penale proprio per supportare la difesa dei soci. Abbiamo affrontato da subito il tema anche sul piano politico direttamente con il Ministero con cui abbiamo avuto un utile confronto che ha poi dato esiti positivi.
Dobbiamo fare tutti uno sforzo per affrontare insieme ogni difficoltà. Noi non abbiamo mai mollato e soprattutto non ci siamo mai allontanati dall’obiettivo di tutelare tutti i soci e di valorizzare la nostra professione.
Le scuole con il progredire della legge vedono avvicinarsi la necessità di dover attuare un piano di riconversione del loro ruolo. Cercare di creare dissenso per far saltare il banco è una politica pericolosa prima di tutto per i professionisti e per la professione in generale. Il ROI non molla nessuno ed è disponibile ad ascoltare le scuole e ad appoggiarle nello sviluppare il loro progetto per il futuro.
Vi rinnovo l’invito a seguirci nelle iniziative che organizziamo per incontrarci e per parlare serenamente di tutto.
Paola Sciomachen, Presidente ROI